Le regole in arrivo sul Buy Now Pay Later renderanno il settore più solido
Il Buy Now Pay Later è una rivoluzione nel mondo dei pagamenti perché permette a persone e imprese di pagare gli acquisti in maniera dilazionata, utilizzando il digitale. La scorsa estate, il BNPL B2C è stato nell’occhio del ciclone: diverse piattaforme internazionali si sono trovate a dover affrontare forti riduzioni della loro valutazione e importanti tagli del personale. Gli apocalittici hanno gridato immediatamente alla fine del mercato, gli entusiasti hanno tirato i remi dei commenti in barca assumendo un atteggiamento attendista.
A ben vedere, oggi possiamo dire che si è trattato di un movimento di assestamento in un settore che è ancora ai suoi albori. Ma lo scossone ha spinto le Authority bancarie a interessarsi del fenomeno e, dal Regno Unito all’Unione Europea, oggi sono in arrivo normative alle quali gli operatori si dovranno attenere. Una stretta che sicuramente contribuirà a rendere il comparto B2C più sicuro per i consumatori e fare da apripista anche per il settore B2B.
È bene innanzitutto ricordare che questo scossone del settore riguarda il comparto B2C, quindi i servizi dedicati direttamente al consumatore finale, offerti nella formula di anticipo del credito, che rappresenta quindi una forma di finanziamento. In questo campo, quella del regolatore è stata una mossa necessaria, per porre un freno a quanto stava accadendo in particolare nel Regno Unito, dove la tendenza a indebitarsi è molto più elevata rispetto a quanto avviene in Italia, in cui sui conti correnti giacciono oltre 2.000 miliardi di euro.
Così il BNPL con il suo carattere “frictionless”, tale da rendere poco percettibile che si stia contraendo un debito mentre si sceglie di usufruirne, ha generato nel mondo anglosassone un sovraindebitamento nel segmento consumer e dunque una elevata quota di insolvenze. Quando una rata viene saltata, infatti, le piattaforme addebitano al cliente una fee che diventa via via maggiore in relazione alla durata del mancato pagamento e il debito continua ad aumentare.
Le piattaforme di BNPL B2C anglosassoni solitamente effettuano una non approfondita verifica del merito creditizio dei richiedenti prestiti. Di fatto, per riuscire a offrire la dilazione in uno o due click, si assumono il rischio di finanziare soggetti con una probabilità maggiore di essere insolventi. Inoltre, non effettuano un accesso ai sistemi di informazione creditizia. Questo, sommato alla dimensione del mercato – secondo le stime pari a 31 miliardi di dollari nel Regno Unito, destinati a raggiungere quota 116 miliardi nel 2028 – ha fatto accendere l’allarme presso le autorità britanniche.
La Financial Conduct Authority, Authority bancaria inglese, già nel 2019 indicava la necessità di regolare il BNPL, allo scopo di garantire tutele adeguate ai consumatori online, e ad inizio 2022 ha chiesto che venissero aggiornati i contratti dei maggiori provider proprio a difesa dei consumatori più deboli. Infatti, attualmente c’è allo studio del governo britannico una regolamentazione vera e propria per le piattaforme di buy now pay later B2C.
Anche nel nostro Paese, dove la regolamentazione sul credito è in generale più stringente del mondo anglosassone, il BNPL sfugge un po’ agli schemi tipici del credito e del credito al consumo, e infatti la crescente diffusione del buy now pay later nel mondo consumer è stata agevolata anche dall’assenza di una specifica regolamentazione. Secondo la tesi maggioritaria, solo se vi è una fee a carico del consumatore e un importo del finanziamento pari o superiore a 200 euro, si applicano le norme sul credito al consumo.
L’applicazione delle norme sul credito al consumo e delle altre norme bancarie, in primo luogo quella della trasparenza, aumenterebbero da un lato la consapevolezza del consumatore richiedente e dall’altro renderebbero il processo di richiesta di un acquisto con BNPL più lungo e complesso per il richiedente consumatore, con conseguenze negative sul tasso di conversione degli acquisti.
Il mercato italiano è partito in ritardo rispetto a UK, ma nel 2022 il BNPL era già tra “i servizi correlati al pagamento che stanno destando sempre più interesse tra i consumatori”, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sui pagamenti innovativi del Polimi. Nel 2022 le transazioni BNPL hanno raggiunto i2,3 miliardi di euro, con una crescita del +253% rispetto al 2021. L’86% del valore, inoltre, riguarda acquisti effettuati su Internet, un risultato che porta il BNPL a rappresentare circa il 4% di penetrazione nel mondo online. Il 13% degli italiani ha dichiarato di avere già utilizzato questo tipo di servizio per uno o più acquisti online e/o in negozio, mentre il 33% è intenzionato a servirsene in futuro.
I numeri in forte ascesa del BNPL italiano hanno fatto drizzare le antenne a Banca d’Italia, che a ottobre 2022 ha emesso per la prima volta un comunicato per “richiamare l’attenzione dei consumatori”, iniziando a esprimere una linea di indirizzo su come si dovrà regolamentare il BNPL.
Sostanzialmente Banca d’Italia ha fatto un distinguo in base alla modalità con cui il BNPLviene offerto. Se la dilazione di pagamento è offerta direttamente dalla piattaforma, essa si configura come credito al consumo in presenza di: tasso di interesse, importi superiori a 200 euro, rimborso oltre i 3 mesi e valore delle commissioni significativo. In queste circostanze si applicano l’articolo 121 del Testo Unico Bancario e i successivi, vale a dire i già citati obblighi di trasparenza, verifica del merito di credito e strumenti anti-usura. Il servizio inoltre può essere fornito solo da soggetti autorizzati da Banca d’Italia, tra cui banche, finanziarie e istituti di pagamento.
Quando invece il BNPL viene offerto come modalità di pagamento dal merchant al consumatore, tutte le norme di cui sopra non si applicano, perché in effetti la piattaforma non fa credito al consumo, ma credito B2B. Questa seconda forma è quella con cui di norma viene presentato il BNPL sul mercato.
La stessa Banca d’Italia rimanda poi alla revisione in corso in sede europea della Consumer Credit Directive, che mira ad armonizzare le normative sul credito al consumo negli Stati dell’Unione, e che mira a regolamentare, definendo il BNPL B2C credito al consumo.
In questa fase, il legislatore interviene per regolamentare alcuni aspetti che avranno riflessi non solo sulle piattaforme che permettono il buy now pay later ma anche sul merchant che ha scelto di offrire il servizio ai propri clienti, siano essi consumer o altre imprese: a quel punto si dovrà scegliere a quale partner affidarsi, in base al tipo di esperienza di acquisto offerta, ma non prima di aver verificato che si tratti di un soggetto compliant.
Questa sarà la conditio sine qua non, nonché il primo aspetto da verificare: confrontarsi con un operatore fintech già strutturato per interpretare le novità normative e che sia anche in break-even, può essere una garanzia di solidità della partnership e del servizio offerto.
Tutte le novità normative in arrivo riguardano esclusivamente il BNPL B2C e mirano a proteggere il consumatore finale, ma, pur non riguardandolo direttamente, hanno un impatto indiretto anche sulle formule B2B perché nessun merchant vorrà rivolgersi, per una questione reputazionale e di affidabilità, a società fintech non idonee a governare i cambiamenti normativi e regolamentari in atto. Per questa ragione ogni fintech che voglia operare in questo mercato avrà un vantaggio competitivo se sarà compliant alle regole generali e operi a vantaggio degli utilizzatori del servizio, sia venditori che acquirenti. Opyn Pay Later infatti si distingue fortemente dal mercato BTC per essere prima di tutto un servizio tecnologico dedicato alle aziende B2B che vogliono digitalizzare i loro pagamenti e rendere disponibile ai buyer una dilazione di pagamento totalmente digitale. All’interno della piattaforma Opyn Pay Later uno dei servizi offerti è quello dell’anticipo del credito, ma non è questo vantaggio a guidare gli attuali merchant, bensì la valutazione dei buyer grazie all’analisi creditizia di Opyn, la riduzione dei costi amministrativi e dei crediti insoluti grazie alla completa digitalizzazione degli incassi, oltre all’aumento delle vendite e una maggiore fidelizzazione dei clienti.
(di Nicola Colacino, Senior Compliance Manager di Opyn)